Verde bosco, oro, argento o rosso, i colori sono importanti, ma ricordiamoci che la tavola natalizia non è completa senza centrotavola. Già nel lontano passato, ai tempi dei Romani, si sistemavano al centro del desco addobbi creati con piante, foglie e vasi. Al contrario, durante il Medioevo, la tavola degli aristocratici era talmente colma di cibo che non era immaginabile posizionare un centrotavola ornamentale. In verità, a quel tempo non si faceva neanche uso della tovaglia, che invece fa la sua comparsa nel Rinascimento per dare un tocco di prestigio alle tavole della nobiltà.
Il centrotavola in verticale ha fatto il suo ingresso tra il XVIII e il XIX secolo: a quel tempo venivano utilizzate delle alzate scenografiche, come la francesissima épergne, con cestelli per contenere frutta e dolciumi.
Ai giorni nostri, su molte tavole natalizie splende la corona dell’Avvento, una decorazione tipica della tradizione dei paesi di cultura anglosassone e germanica. Si narra che fu ideata -intorno alla metà dell’Ottocento- dal pastore protestante Johann Hinrich Wichern con l’ammirevole scopo di metterla in vendita e con il ricavato rendere possibile la formazione a ragazzi e giovani bisognosi.
La corona dell’Avvento scandisce le settimane che mancano al Natale. Le quattro candele esterne vanno accese una per ogni domenica di Avvento: la prima è detta “del Profeta”, poiché ricorda le profezie sulla venuta del Messia; la seconda è detta “di Betlemme”, per ricordare la città in cui è nato il Messia; la terza è detta “dei pastori”, i primi che videro ed adorarono il Messia; la quarta è detta “degli Angeli“, i primi ad annunciare al mondo la nascita del Messia. L’ultima candela, quella centrale, si accende il giorno della nascita, a Natale.
Al di là delle tradizioni, per rendere festosa la mise en place natalizia basta essere creativi, scegliere un abbinamento di colori e poi giocare con fiori, frutta, candele, piante, elfi, pupazzi di neve, fiocchi, rami e bacche…tutto va bene.
Naturalmente senza dimenticare i simboli beneauguranti, come le stecche di cannella che, legate insieme da un cordoncino da pacchi, possono essere usate come segnaposti. Così come il melograno, simbolo di fertilità e abbondanza sin dall’antichità, ideale per creare raffinate decorazioni per la tavola, o per essere sistemato sui piatti
dopo aver scritto con un pennarello dorato il nome di ciascun commensale. O come l’agrifoglio, considerato sacro dai primi cristiani perché le sue foglie spinose ricordano la corona di spine di Gesù e le bacche rosse rimandano al suo sangue. Questo bellissimo arbusto popola le nostre Feste dando un tocco di eleganza alle ghirlande sistemate sulla tavola natalizia o appese alle porte di ingresso. E infine c’è un altro simbolo natalizio porta fortuna da non dimenticare: il vischio, che i Celti ritenevano donato dagli Dei perchè senza radici. Un ramoscello in segno augurale dovrà completare il nostro centrotavola.

Laureata in Lettere con Master in Economia del Turismo, giornalista e direttrice di testata.