pino

Il pino è un albero sempreverde assai diffuso dalle Alpi ai litorali marittimi con più di 100 varietà. Molte sono le sue proprietà curative. Dai rami, foglie e pigne si ricava per distillazione un olio essenziale profumato e  antisettico, dalla resina sempre per distillazione si ricava la trementina, dalle gemme si ottengono sciroppi e tinture balsamiche contro la tosse e in genere contro le malattie da raffreddamento.

E questi sono solo alcuni dei suoi preziosi utilizzi. In questo articolo vediamo come si possono utilizzare le foglie, o aghi, per produrre una tisana dagli effetti balsamici e antinfiammatori,  La tisana di aghi di pino costituisce un ottimo aiuto per le vie respiratorie, tosse, raffreddori e influenze, fluidifica le secrezioni bronchiali, ed apporta al corpo vitamine del gruppo A e B, antiossidanti e minerali. Inoltre stimola la diuresi e il drenaggio dei liquidi corporei.

Il pino è assai ricco anche di vitamina C, indispensabile aiuto nelle malattie da raffreddamento. Tuttavia in tisana  questa vitamina si perde essendo essa termolabile. Per mantenerla il lavoro da fare è piuttosto macchinoso tanto che, al bisogno,  preferiamo consigliare di integrarla con altri prodotti a base per esempio di acerola, rosa canina o bacche di alchechengi.

 

La tisana

Raccogliete alcuni rametti di pino in montagna, o comunque in luoghi non contaminati da strade o linee di alta tensione. Va bene qualsiasi varietà di pino, tranne il pino tasso che è velenoso ma che tuttavia condivide con il pino solo il nome poichè le sue foglie assomigliano piuttosto a quelle di un abete.

Si separino gli aghi dal ramo mondandoli da eventuali impurità. La dose per una tazza di tisana equivale ad un mazzetto di tanti aghi quanti se ne possono raccogliere tra il pollice e l’indice di una mano. Gli aghi vanno sminuzzati con un coltello in due o tre parti e posti in infusione in acqua bollente a fuoco spento per circa 10 minuti.

Filtrare e la tisana è pronta per essere consumata. Il suo profumo ci porterà con la mente sul un bel prato verde di montagna con sullo sfondo  alte vette innevate che si stagliano contro un cielo sereno. Non c’è bisogno di dolcificare tuttavia se ne sentiamo il bisogno possiamo aggiungere un cucchiaino di miele e goderci il paesaggio.

La tisana di aghi di pino va assunta in quantità di  2 o 3 tazze nell’arco della giornata alla comparsa dei primi sintomi per 7 giorni.

Non si trovano in letteratura segnalazione di effetti collaterali indesiderati, tuttavia interrompere l’assunzione in caso si riscontri una intolleranza al prodotto.

Questi consigli vogliono essere un adiuvante per lenire il disagio degli acciacchi invernali. Non sono da considerarsi una ricetta terapeutica. Per la diagnosi e la cura di situazioni patologiche contattare il proprio medico.

 

Come riconoscere il pino dalle altre conifere

Il larice ha gli aghi che si sviluppano a ciuffi dalla loro attaccatura, mentre gli aghi dell’abete partono dal ramo singolarmente, ognuno con la sua propria attaccatura. Il pino invece ha sempre aghi che partono dal ramo a coppie di due, possono essere di lunghezza variabile a seconda della varietà di pino ma sono sempre in coppia.

 

Altre proprietà del pino

Un interessante articolo di Makia Freeman su The Freedom Articles rivela le scoperte della biologa   Judy Mikovits riguardo una sostanza riccamente contenuta negli aghi di pino: la “suramina”.

La suramina è un farmaco, ricavato dagli aghi di pino e poi sintetizzato in laboratorio,  conosciuto e usato in passato come medicina per curare la malattia del sonno africana e la cecità fluviale. Negli studi recenti ha  mostrato effetti inibitori contro i componenti della cascata di coagulazione. In sintesi sembra che la suramina sia in grado di contrastare l’eccessiva coagulazione causa di coaguli di sangue, mini coaguli, ictus e cicli mestruali insolitamente pesanti.

Non vi sono ancora studi scientifici registrati a tal proposito, tuttavia se ciò dovesse essere confermato dovremmo fare due considerazioni. La prima ritenere sconsigliabile l’assunzione continuativa di prodotti derivati dagli aghi di pino in concomitanza con terapie a base di anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici. Nessun problema invece se utilizziamo gli aghi di pino saltuariamente ‘al bisogno’.

La seconda considerazione aggiunge al pino un effetto benefico oltre quelli che consciamo già. E’ nota la correlazione tra l’insorgenza di ictus e l’abbassamento delle temperature ambientali a causa di un aumento della coagulabilità e della viscosità del plasma (si vedano per esempio le analisi della National Yang-Ming University di Taiwan, coordinata da Tze-Fan Chao, secondo la quale il freddo aumenta anche il rischio di ictus ischemico nei pazienti con fibrillazione atriale). Se ne può dedurre che una sostanza che contrasta una eccessiva coagulazione quale è la suramina possa, alle porte della stagione invernale, aggiungere una ulteriore protezione al nostro sistema circolatorio. Se assumiamo la suramina attraverso la tisana di aghi di pino possiamo contrastare  contemporaneamente il raffreddore e il rischio di problemi vascolari.

Sottolineiamo che ad oggi l’argomento è ancora in fase di studio e comunque in caso di patologie conclamate la cura deve essere posta nelle mani del medico.

 

Curiosità

Aggiungete la tisana di aghi di pino al vostro bagno quotidiano per dare sollievo ai muscoli rigidi ed alle articolazioni doloranti.

Dalle pigne giovani coperte di resina si ottiene un ottimo sciroppo per la tosse. Porre una decina pigne  piccole, verdi, raccolte in primavera in un barattolo, coprire con quattro cucchiai di zucchero, chiudere il barattolo e lasciare al sole per tre settimane. Sciogliendosi lo zucchero formerà uno sciroppo che possiamo conservare in frigorifero per l’inverno successivo e consumarne un cucchiaino al bisogno contro la tosse.

Nelle Alpi Svizzere tutt’oggi si usa mettere gli aghi di pino nel materasso per combattere i reumatismi

Nel passato, alcune popolazioni solevano mettere dentro i materassi gli aghi del pino per respingere  pidocchi, pulci e altri insetti.

Gli aghi di pino possono essere usati in giardino come pacciamatura per piante acidofile o per riequilibrare il grado di acidità di terreni con un PH elevato (alcalini). Utilizzati in questo modo tengono anche lontane le lumache.

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